LO SCREENING CERVICALE: PERCHE’ E’ IMPORTANTE RECUPERARE IL TEMPO PERSO DURANTE LA PANDEMIA DA COVID-19
La risposta alla domanda “perché è necessario recuperare il tempo perso per la prevenzione?” è semplice: perché in oncologia il tempo è vita. Lo screening consente di individuare precocemente il 30 % delle nuove diagnosi di tumore e di ridurre le diagnosi in fase avanzata, con effetti importanti sulla sopravvivenza e sulla qualità di vita.
La pandemia da COVID-19 ha avuto un impatto rilevante sull’organizzazione del Sistema Sanitario Nazionale e sulla salute di tutti i cittadini, non solo di coloro che hanno contratto l’infezione. La prevenzione e la cura delle “patologie non-COVID”, hanno subito notevoli ritardi e per un certo periodo anche interruzioni, riconducibili in parte alla riconversione di alcune strutture in reparti riservati ai malati di COVID e in parte alla reticenza di molte persone a recarsi nelle strutture sanitarie nel timore del contagio. In particolare, la prevenzione oncologica ha subito una battuta d’arresto durante il lockdown. Pur rientrando tra le prestazioni inserite nei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea), gli screening oncologici non sono stati di fatto considerati procedure d’urgenza durante la pandemia. Inoltre, la ripresa degli inviti non è stata seguita da corrispondenti adesioni, a causa della persistenza del timore di contagiarsi nelle strutture sanitarie.
L’ultima indagine condotta dall’Osservatorio Nazionale Screening (ONS), mediante l’invio di una scheda ad hoc a tutti i coordinamenti regionali dei programmi di screening oncologici alla fine del mese di gennaio 2021, ha evidenziato che nel 2020 ci sono stati circa 4 milioni di inviti in meno e 2,5 milioni di esami non eseguiti rispetto al 2019, che si sono tradotti in un ritardo di 5 mesi nell’effettuazione degli screening. In particolare, per quanto riguarda la diagnosi delle lesioni cervicali CIN2+, l’ONS ha stimato un numero di lesioni non diagnosticate pari a 2.782 nel 2020.
Questo dato non deve allarmare, in quanto sappiamo che queste lesioni precancerose potrebbero anche regredire spontaneamente, inoltre, ricordiamo che lo screening cervicale ha risentito negli ultimi anni del passaggio dal Pap Test (con cadenza triennale), all’HPV Test (con cadenza quinquennale; pertanto è possibile che la popolazione da invitare sia stata effettivamente inferiore. Tuttavia, esiste la possibilità di un riscontro di lesione neoplastica invasiva ad uno screening successivo. Non preoccuparsi quindi, ma tornare ad occuparsi della propria salute a 360 gradi. Convivere con il nuovo coronavirus significa anche questo.
Messaggi chiave:
- Le strutture sanitarie sono state messe in sicurezza ed è stata pertanto possibile la ripartenza, pertanto, in caso di invito per uno screening oncologico, i cittadini vi possono aderire senza alcun timore.
- La paura del Covid ha distolto l’attenzione per tutte le altre patologie, che tuttavia non sono scomparse, è bene quindi tornare ad occuparsi della propria salute in modo completo, includendo la prevenzione.
Fonti
Dott. Carlo Maria Stigliano
Direttore Scientifico Ginecologia Preventiva